Pasquale Lucibello
04/09/2017 2023-01-20 15:28Pasquale Lucibello
Pasquale Lucibello, Presidente della Banca del Cilento, di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania.
Dott. Lucibello, lo scorso 25 marzo l’Assemblea dei Soci svoltasi a Vallo della Lucania l’ha eletta all’unanimità nuovo Presidente della Banca del Cilento, di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania. Cosa rappresenta questo traguardo per lei?
La mia è una lunga e felice storia all’interno della Banca del Cilento: sono uno dei soci fondatori della ex BCC del Cilento e da 27 anni faccio parte del nostro Istituto di Credito, del quale sono stato per tanti anni vicepresidente, vicepresidente vicario e presidente del Comitato Esecutivo. A marzo i soci all’unanimità hanno voluto eleggermi Presidente della Banca e per me è stata una emozione intensissima oltre che una grande soddisfazione. È chiaro che l’impegno aumenta sempre di più, ma io non mi sottraggo alle nuove responsabilità. Cercherò di dirigere la nostra Banca con l’aiuto del Consiglio di Amministrazione e dello staff della direzione generale per farla diventare sempre più forte e sempre più strumento al servizio del nostro territorio. Il nome della nostra Banca è molto lungo, ma speriamo a breve di poterlo semplificare rendendo invece il nostro Istituto di Credito ancora più grande.
La BCC del Cilento è la seconda (se si considera quella di Roma) BCC in Italia per estensione territoriale, coprendo Campania, Basilicata e Calabria. L’anno scorso avete aggregato anche la BCC di Sassano: sono in programma ulteriori strategie di ampliamento e crescita?
Dopo l’aggregazione effettuata a luglio 2016 tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e la BCC di Sassano, siamo stati per alcuni mesi la prima Banca a livello Nazionale come estensione territoriale. Operiamo infatti in 3 regioni (Campania, Basilicata e Calabria), 4 province e 108 comuni, con 23 sportelli e 150 dipendenti: la nostra area di competenza coincide con il territorio della Grande Lucania dell’epoca Romana. Dopo alcuni mesi il primato per estensione interregionale ci è stato tolto dalla BCC di Roma, che a sua volta ha effettuato una nuova aggregazione, ma restiamo la seconda Banca in Italia da questo punto di vista. Una grande soddisfazione per noi, ma non ci fermiamo qui. Senza anticipare troppo, posso confermare che è in corso un dialogo costruttivo con una nostra consorella, e già a fine anno forse potremo dare ai nostri soci un’altra bella notizia, diventando ancora più grandi e superando i 30 sportelli. Noi ce la stiamo mettendo tutta per poterlo fare.
Considerando l’attuale riforma del credito cooperativo, la vostra banca con quale cordata ha deciso di fondersi, ICCREA o Fondazione Trentino? Cosa comporterebbe questa fusione?
Come tutte le BCC anche noi dovevamo effettuare questa scelta, e come CDA abbiamo proposto all’Assemblea dei Soci dello scorso 25 marzo di aderire al Gruppo ICCREA. Ne abbiamo spiegato i motivi ai nostri soci: prima di tutto ICCREA è una società che esiste da anni, più strutturata, con una sua forza economica. È una società che possiede già tutte le caratteristiche utili per poter operare nel modo migliore, a differenza della Fondazione Trentino che non è strutturata né economicamente né come società, e devono creare queste condizioni ex novo. Una Banca non si può certo fermare in attesa che la capogruppo determini le condizioni per poter operare. Tra l’altro la nostra visione è diversa da quella di Cassa Centrale, e quindi era molto più semplice e naturale il “matrimonio” con ICCREA, con cui lavoriamo già da anni. L’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità la proposta del CDA, scaturita da una scelta ponderata e responsabile: abbiamo preferito il certo all’incerto.
Per la formazione e l’aggiornamento antiriciclaggio della vostra rete avete fatto affidamento sulla ESB. Come e per quale motivo la scelta è ricaduta sulla nostra business school?
La Banca del Cilento, per sua vocazione, è stata sempre molto determinata nel pretendere adeguata formazione per i propri dipendenti. A questo scopo da sempre mettiamo a disposizione uno staff per la formazione, con l’obiettivo di rendere i nostri ragazzi sempre più preparati e capaci di rispondere alle esigenze di un mercato che è in continua evoluzione: chi non si aggiorna non ha nessuna possibilità di crescita. Quindi la formazione è una scelta strategica fatta dalla nostra Banca. Per quanto riguarda in particolare la formazione antiriciclaggio, con la European School of Banking Management dopo i primi contatti ci siamo incontrati e seduti a un tavolo per conoscerci meglio. Ci siamo fatti spiegare cosa intendono per formazione e come portano avanti i relativi programmi formativi e ne abbiamo quindi constatato la preparazione, la professionalità e la valenza a livello nazionale. Si sono dimostrati sempre vicini e pronti a sostenerci, e per noi è stato un grosso motivo di orgoglio poter affidare a loro la formazione dei nostri dipendenti. Alcuni dei nostri manager che operano nei controlli interni hanno seguito con la Scuola il percorso più avanzato sull’antiriciclaggio e raggiunto il massimo livello di certificazione: siamo quindi più che soddisfatti della nostra scelta.