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Nadef, i nuovi scenari economici per famiglie e imprese

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Nadef, i nuovi scenari economici per famiglie e imprese

A cura di Sergio Silvestri

Nel terzo trimestre dell’anno il Pil è aumentato dello 0,5 per cento sul periodo precedente, portando la crescita acquisita al 3,9 per cento. Il prezzo all’ingrosso del gas naturale è sceso sul mercato europeo e su quello italiano. D’altra parte, l’inflazione al consumo è cresciuta e i rialzi dei tassi-guida da parte delle principali banche centrali ricadono pesantemente sui bilanci delle famiglie e delle imprese. Sono alcuni dati contenuti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) che rivede quella approvata dal precedente esecutivo il 28 settembre. La nuova versione della Nadef – ha spiegato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti – consente al Parlamento di analizzare un quadro economico e di finanza pubblica integrato e comprensivo di un nuovo scenario programmatico.

La previsione di crescita del Pil nello scenario tendenziale a legislazione vigente – spiega Giorgetti – è stata rivista al rialzo per il 2022, dal 3,3 per cento al 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate e sono pari, rispettivamente, all’1,8 per cento e all’1,5 per cento. I livelli di Pil nominale previsti per il 2022 e per i prossimi anni sono più elevati rispetto alla previsione di settembre, con ricadute positive sulle proiezioni di finanza pubblica. Sono riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6 per cento del Pil, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3 per cento, a causa soprattutto di maggiori oneri per interessi sul debito pubblico causati dal recente rialzo dei rendimenti di mercato. Per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas l’Italia si basa principalmente su flussi di importazione soggetti a rischi di varia natura nell’attuale contesto geopolitico. L’obiettivo prioritario del Governo – viene precisato nel testo- è  quello di limitare quanto più possibile l’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese. Per questo “il Governo ha deciso di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 del Def pari al 5,6 per cento del Pil e di utilizzare una quota maggioritaria del risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell’energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre”.

Il documento evidenzia che l’andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie saranno monitorati su base continuativa nei primi mesi del 2023. Un forte impegno sarà anche dedicato all’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza, “da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana”.

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