L’Ucraina schiera la tecnologia blockchain contro i carri armati della Russia
30/03/2022 2022-12-06 16:46L’Ucraina schiera la tecnologia blockchain contro i carri armati della Russia
L’Ucraina schiera la tecnologia blockchain contro i carri armati della Russia
Una collezione di opere digitali NFT per finanziare la resistenza ucraina
A cura di Giuseppe Miceli
Il Governo di Kiev ha annunciato in questi giorni di aver aperto un museo in NFT “per raccontare la verità sulla guerra”. Si tratta di Opere digitali che vengono offerte in vendita e i cui proventi serviranno a finanziare gli aiuti all’Ucraina.
Ha colpito la frase pronunciata Mykhailo Fedorov, Ministro della Trasformazione Digitale ucraino: “Mentre la Russia usa i carri armati per distruggere l’Ucraina, ci affidiamo alla rivoluzionaria tecnologia blockchain,“. “Il museo NFT è il luogo in cui preservare la memoria della guerra. E il luogo per celebrare l’identità e la libertà ucraina.”
Quello lanciato dal governo ucraino è il primo museo sulla guerra della Russia all’Ucraina, generato su tecnologia NFT. Il Ministero per la Trasformazione Digitale di Kiev, attraverso i “non-fungible-token”, ha iniziato a diffondere la verità su quella che Mosca chiama “operazione speciale” e, allo stesso tempo, è intenzione del governo ucraino preservare la memoria degli eroi del suo valoroso esercito. È stato il viceministro della trasformazione digitale ucraina, Alex Bornyukov, a dare l’annuncio della collezione di NFT, con una dichiarazione rilasciata al quotidiano britannico The Guardian.
Essendo le opere virtuali esposte donate da artisti, fotografi e giornalisti, gli NFT assumono una duplice natura e finalità: artistica e di reportage giornalistico. È evidente, infatti, la finalità ultima che è quella di mostrare l’escalation dell’invasione russa, raccontandone il dramma da prospettive differenti: lo sguardo dell’artista e la lente del giornalista. L’iniziativa di un museo composto interamente di opere NFT ucraine è destinata a diventare permanente, aprendo in un momento successivo anche a contributi che potranno arrivare da Paesi stranieri; nel frattempo, è possibile già adesso acquistare gli NFT ucraini,
attraverso il link: https://metahistory.gallery/warline .
La notizia sta già rimbalzando sulle agenzie di stampa di tutto il mondo, tanto che risultano già donazioni di criptovalute per un valore superiore ai 60 milioni di dollari, includendo anche un CruptoPunk NFT da più di 200mila dollari. Lo stesso viceministro Bornyakov ha spiegato che il denaro raccolto è stato utilizzato per l’acquisto di attrezzature militari e per il finanziamento delle attività dei media. Il ricavato del museo sarà destinato, altresì, “all’acquisto di occhiali per la visione notturna, caschi e giubbotti antiproiettili”.
Moltissimi dunque gli acquirenti che hanno risposto a tale grido di aiuto, nella consapevolezza che il ricavato “sarà impiegato per comprare aiuti umanitari necessari al Paese”. Già all’inizio di marzo Kiev aveva deciso di scommettere sulla cripto-misura dei “non-fungible-token” per finanziare la guerra con la Russia, dopo aver già avanzato richieste di donazioni in criptovalute.Un elemento questo che si incardina in quello che passerà alla storia – si spera, il prima possibile – per essere la prima guerra digitale.In tale scenario, stanno svolgendo un ruolo fondamentale le piattaforme di social media, molte delle quali hanno bloccato i contenuti di propaganda russa dei media statali come Russia Today e Sputnik, che sono considerate a tutti gli effetti vere e proprie armi del Cremlino in questo drammatico conflitto.
Un conflitto digitale al quale stanno partecipando attivamente, in soccorso all’Ucraina, i più esperti hacker, alcuni appartenenti al collettivo Anonymous, impegnati a portare a segno una serie di cyber-attacchi contro obiettivi russi strategici. Hacker che sono stati capaci di disabilitare molti siti web sostenuti dallo stato russo. A tal proposito, Bornyakov ha dichiarato che “La loro guerra (digitale) non è iniziata lo scorso febbraio, ma otto anni fa con attacchi costanti e istantanei, deturpando siti web o rubando i nostri database” e ha aggiunto: “Vogliamo solo farli sentire come ci sentiamo noi”.
* Fondatore e Presidente Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’Arte