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La parola a Gaetano Perilli, Responsabile Conformità di Banca Popolare di Puglia e Basilicata

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La parola a Gaetano Perilli, Responsabile Conformità di Banca Popolare di Puglia e Basilicata

Il Servizio Antiriciclaggio e il Servizio Compliance rappresentano le due anime della Funzione Conformità di Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Il ruolo, detenuto da Gaetano Perilli, protagonista della nostra intervista di dicembre, è denso di responsabilità. Perilli, infatti, è responsabile compliance, antiriciclaggio, delegato SOS, responsabile privacy, responsabile FATCA presso l’IRS e responsabile del processo di whistleblowing.

L’antiriciclaggio è un ambito molto delicato sia per i contenuti sia per i risvolti reputazionali che porta con sé. Quali sono le difficoltà a cui si deve far fronte nell’espletamento della funzione?
La funzione antiriciclaggio e il presidio che essa deve garantire comporta una serie di difficoltà, in primis quella connessa alla conoscenza e percezione del rischio. In questo lavoro, infatti, la parola chiave è proprio conoscere: è necessario studiare, conoscere l’impianto normativo di I e II livello, senza tralasciare alcuni aspetti specialistici, quali ad esempio le tematiche attinenti la fiscalità, dato che si tratta comunque di reati presupposto. Affinché si possa svolgere al meglio la funzione antiriciclaggio è importante conoscere i meccanismi dell’elusione fiscale e non solo dell’evasione. Bisogna, inoltre, conoscere le nuove frontiere dell’antiriciclaggio, quali fintech, bitcoin, criptomonete, unitamente al contesto socio-economico e a volte anche politico di riferimento, con i relativi rischi: nel presidio antiriciclaggio, infatti, spesso si sottovaluta la possibilità che nelle banche popolari, ad esempio, si possa incorrere nel rischio del finanziamento al terrorismo, oltre al “tradizionale” riciclaggio.
Ancora, l’espletamento della funzione richiede conoscenza del proprio modello di business e dei relativi rischi correlati, del catalogo prodotti che si offre e del loro funzionamento: solo così si riescono a cogliere a pieno i rischi. Purtroppo, però, spesso ci troviamo di fronte ai limiti procedurali dei sistemi informatici e informativi, soprattutto quando sono in outsourcing: infatti, a volte gli info provider non sono attendibili, danno falsi positivi, non smarcano i temi delle omonimie e non sempre sono aggiornati (per esempio non riportano tutte le categorie di PEP, tra cui quelle della filiera sanitaria, delle società municipalizzate e controllate pubbliche, soggette a reati di concussione, corruzione e autoriciclaggio).
Ultimo, ma non meno importante: la funzione antiriciclaggio per funzionare bene ha bisogno di un forte committment da parte del management, che talvolta percepisce l’antiriciclaggio e anche la conformità come un freno alle iniziative di business e non sempre si mostra sensibile.

Come cambia la funzione Antiriciclaggio con l’entrata in vigore della IV Direttiva Europea? Come si sta adeguando la Banca Popolare di Puglia e Basilicata alle novità introdotte dal legislatore europeo?
L’entrata in vigore della IV Direttiva Europea porta con sé una nuova mentalità: essa, infatti, implica un cambiamento di approccio, spostando l’attenzione sulla valutazione del rischio e adottando il cosiddetto risk based approach, che implica la contestualizzazione dei rischi. In Banca Popolare di Puglia e Basilicata siamo già pronti a questo cambiamento, visto che abbiamo iniziato tempo addietro una inversione di rotta, integrando il modello antiriciclaggio nel modello del risk management. Questo è per noi un anno pilota, ci aspettiamo ora che questo nuovo approccio inneschi i meccanismi di escalation del RAF. Il prossimo passo è la nuova adeguata verifica risk based: non più, quindi, un modello massivo uguale per tutti, ma un’adeguata verifica personalizzata della clientela secondo il proprio profilo di rischio. In una prima fase dovremo far fronte ai limiti procedurali dei sistemi informatici, che nel caso del nostro istituto finanziario sono in outsourcing, ma nel momento in cui saranno allineati, potremo procedere speditamente su questa strada.

La formazione svolge un ruolo chiave nell’aggiornamento delle competenze e il relativo adeguamento ai nuovi adempimenti normativi. Lei, ad esempio, ha deciso di investire in formazione scegliendo il Master Anti-Money Laundering della European School of Banking Management. Come e perché la sua scelta è ricaduta sulla nostra business School?
Quando sono tornato in Puglia per lavoro, mi sono reso conto che la European School of Banking Management era un unicum, ovvero l’unico player del sud Italia con le certificazioni e l’accreditamento che rendono una business school autorevole, e che in Italia, anche ad altre latitudini, non sono affatto comuni. Inoltre, l’elasticità nella predisposizione dei piani formativi e degli interventi formativi da essi derivanti ha pesato molto sulla mia scelta. Il fatto, poi, che ci fossero rapporti pregressi con la Banca per la quale lavoro mi ha convinto ulteriormente.

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