“Frodi carosello” nella vendita di autovetture, operazione della Finanza
July 14, 2021 2022-12-06 11:40“Frodi carosello” nella vendita di autovetture, operazione della Finanza
“Frodi carosello” nella vendita di autovetture, operazione della Finanza
A cura di Sergio Silvestri
Un’operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara ha scoperto una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati in materia di Iva con il sistema delle “frodi carosello”: un giro di fatturazioni di beni per operazioni inesistenti tra società appartenenti a Stati diversi dell’Unione europea, con l’obiettivo di evadere l’Iva, aggirando la normativa sugli acquisti intracomunitari. Sono stati sequestrati 6,3 milioni di euro nei confronti di 34 società (cinque tedesche) e 38 persone fisiche (otto residenti all’estero). I reati, dalla truffa aggravata nei confronti dello Stato, al riciclaggio, sarebbero stati compiuti da 60 soggetti sottoposti a indagine e da 47 società italiane e tedesche operanti nel settore del commercio di autoveicoli.
La Guardia di Finanza ha accertato l’emissione e utilizzazione di oltre 50 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, strumentali al conseguimento della frode e degli altri reati.
L’associazione a delinquere operava anche in Germania, Repubblica Ceca e Bulgaria, dove gli Organi collaterali, coordinati da Eurojust (Organismo dell’Unione europea istituito per migliorare il coordinamento tra le Autorità giudiziarie nella lotta alla criminalità organizzata e transfrontaliera), hanno dato esecuzione al provvedimento dei giudici italiani, con il sequestro di beni e conti correnti riconducibili agli indagati. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara, in collaborazione con la Polizia Stradale di Pescara hanno anche eseguito misure cautelari personali nei confronti di dieci persone.
La Guardia di Finanza sottolinea che la “frode carosello” e gli altri illeciti si sono perfezionati in sede di nazionalizzazione delle autovetture nuove e usate provenienti principalmente dalla Germania. Gli indagati rappresentavano alla Motorizzazione civile una situazione diversa da quella reale: simulavano l’acquisto dell’autovettura da parte del cliente finale, ignaro, direttamente da una società “cartiera” tedesca. In questo modo l’acquisto non soggetto ad Iva (evasa in danno dell’Erario), andava a beneficio dell’organizzazione.