Cessione dei crediti dei bonus edilizi: la Commissione banche avvia un’indagine
06/07/2022 2022-12-12 9:17Cessione dei crediti dei bonus edilizi: la Commissione banche avvia un’indagine

Cessione dei crediti dei bonus edilizi: la Commissione banche avvia un’indagine
A cura di Sergio Silvestri
L’Ufficio di presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha deciso di inviare alle principali banche significant nazionali un questionario per verificare l’operatività del sistema bancario. L’indagine conoscitiva, legata alle numerose segnalazioni, riguarda i crediti relativi al Superbonus 110% e ad altri bonus edilizi. La presidente della Commissione, Carla Ruocco, ha messo in evidenza che “attraverso la compilazione del questionario, le 11 banche significant nazionali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Monte dei Paschi, Credem, Banca popolare di Sondrio, Banca Carige) più la Cassa depositi e prestiti e le Poste dovranno fornire entro l’11 luglio dati e informazioni su base trimestrale dei crediti acquisiti, riportando, ad esempio, il numero di richieste ricevute, annullate e erogate nonché i tassi di sconto applicati e le tempistiche registrate”. In una nota, intanto, la Confartigianato ha segnalato che “con 5,2 miliardi ‘incagliati’ nei cassetti fiscali, di cui il 71,2% per il superbonus e il 28,8 per gli altri bonus edilizi, la loro inesigibilità costerebbe la perdita di 47 mila addetti nelle micro e piccole imprese”.
A proposito di truffe per i bonus edilizi, in Campania, nei giorni scorsi, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Frattamaggiore oltre 772 milioni di euro, derivanti da bonus edilizi e di locazione. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal Gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord, e riguarda 143 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche. Un comunicato della Guardia di finanza sottolinea che l’attività trae origine da un’analisi operativa, su impulso del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, relativa alla circolazione di cediti per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, nonché per canoni di locazione, previsti dal D.L. 34/2020 (Decreto rilancio). Già nello scorso mese di marzo le indagini avevano portato al sequestro di circa 108 milioni di euro, nei confronti di due fratelli residenti a Vallo della Lucania: gli approfondimenti sulle negoziazioni dei due imprenditori hanno consentito di individuare un’ulteriore, numerosa platea di cessionari, i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari inesistenti. Questo il metodo spiegato nei dettagli: i cessionari avevano comunicato all’Agenzia delle entrate, attraverso l’inserimento di moduli di cessione al portale Entratel, la disponibilità di crediti dell’ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di lavori di ristrutturazione di fatto mai eseguiti. Nel corso delle indagini, oltre ad essere ricostruita l’articolata filiera delle cessioni a catena effettuate dai responsabili, è stato anche accertato che tra questi oltre il 70% risultava percettore o comunque richiedente il reddito di cittadinanza. Questo aspetto rappresenta una ulteriore evidenza di una dimensione economico-finanziaria ed imprenditoriale del tutto incompatibile con le movimentazioni delle ingenti risorse finanziarie delle quali, solo apparentemente, disponevano.
I Finanzieri precisano che “tra i titolari di crediti, inoltre, sono stati individuati anche soggetti più volte segnalati dalle Forze di polizia per esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore, per essere risultati privi di partita Iva, per aver svolto attività d’impresa per un solo giorno, per essere risultati impegnati in settori economici differenti da quello edilizio e persino per contiguità con la camorra, sia napoletana che casertana”. Uno dei responsabili avrebbe ricevuto lavori di ristrutturazione per oltre 34 milioni di euro benché fosse in realtà detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La somma oggetto di sequestro comprende anche crediti ceduti a Poste Italiane spa, ai fini della loro negoziazione, nella misura di decine di milioni di euro: la quantificazione è tuttora in corso.