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AI e Antiriciclaggio: l’importanza dell’equilibrio, tra innovazione tecnologica e responsabilità etica.

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AI e Antiriciclaggio: l’importanza dell’equilibrio, tra innovazione tecnologica e responsabilità etica.

Intervento al Forum Nazionale Antiriciclaggio 2023 del Prof. Silvestri.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale (AI) nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.”

L’AI sta rivoluzionando la nostra capacità di individuare schemi e modelli di comportamento anomalo in modo più efficace ed efficiente, aiutando le autorità di vigilanza, nonché i soggetti obbligati, a mantenere il passo con le minacce sempre più sofisticate della criminalità. L’IA sta innovando anche il processo di adeguata verifica della clientela, rendendolo più sicuro e rapido.

Nell’ultimo anno, l’interesse collettivo verso l’intelligenza artificiale si è notevolmente intensificato. Il crescente interesse per l’intelligenza artificiale è stato ulteriormente alimentato dal debutto di ChatGPT l’anno scorso. Lo conoscete? ChatGPT è un esempio emblematico di AI.

ChatGPT rappresenta un’innovazione nel campo dell’AI, utilizzando la piattaforma GPT-4 per comporre testi, creare immagini, eseguire ricerche online e sintetizzare le informazioni trovate, oltre a molte altre funzioni. Questa versione è significativamente più evoluta rispetto ai suoi predecessori. Il rilascio di ChatGPT da parte di OpenAI ha suscitato grande attenzione, lasciando molte persone stupite per le sue impressionanti capacità.

Tuttavia, è importante ricordare che non dobbiamo chiedere a questi strumenti di fare cose al di là delle loro capacità. Non sono oracoli, né menti pensanti, né motori di ricerca, anche se possono essere collegati a questi ultimi, un po’ come Google suggerisce le parole durante una ricerca. Sono modelli di linguaggio avanzati, basati su statistiche e addestrati su enormi quantità di dati per creare testi in base a probabilità.

Ora, cosa è l’AI? L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che può risolvere problemi e imparare automaticamente dai dati. Non c’è una definizione univoca di AI, come c’è per una figura geometrica, ma in generale, riguarda l’elaborazione automatizzata dei dati e l’autoapprendimento per risolvere problemi. L’AI ha la capacità di migliorarsi man mano che svolge compiti e impara dalla sua performance.

Nella storia dell’AI si distinguono due epoche principali. La prima ebbe inizio negli anni ’50 con il matematico britannico Alan Turing e si basava sulla logica matematica e sull’inferenza if-then “se ed allora”, tipica degli scacchi (se il bianco fa questa mossa, allora il nero deve fare quest’altra mossa). Questo tipo di AI era chiamata “simbolica”, l’AI di oggi è diversa. È cambiata molto negli anni, passando dalla logica matematica all’uso di reti neurali e al machine learning, che si basano sulla statistica e la correlazione tra dati, anziché sulla logica matematica. Questo è un grande passo avanti. Molte cose nella vita possono essere considerate come dati e, quindi, possono essere elaborate da algoritmi basati su AI.

Questi nuovi algoritmi basati sulla probabilità hanno perso due caratteristiche importanti. La prima è la certezza dei risultati, che era garantita dalla logica matematica e che è ancora fondamentale per applicazioni critiche come la gestione di centrali nucleari. La seconda caratteristica persa è la trasparenza. Mentre l’AI tradizionale aveva codice chiaramente definito, l’AI moderna utilizza reti neurali con processi complessi e difficili da spiegare in dettaglio.

L’AI, un termine coniato da John McCarthy nel 1956, è passata da un’idea teorica a una realtà che influenza ogni aspetto della nostra vita. Originariamente, l’AI mirava a imitare il pensiero umano nei computer. Ora include tecnologie come machine learning, deep learning, robotica e riconoscimento vocale.

Argomenti che avranno modo di approfondire i miei illustri colleghi dopo di me.

Nel nostro settore, l’AI ha aperto nuove frontiere, offrendo strumenti sofisticati per monitorare e analizzare enormi volumi di transazioni finanziarie in tempo reale, rilevando schemi anomali che potrebbero indicare attività di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Le autorità di vigilanza e i soggetti obbligati, grazie all’intelligenza artificiale, sono oggi in grado di anticipare e contrastare più efficacemente queste minacce.

La tecnologia AI, ad esempio, può identificare reti complesse interconnesse tra entità e transazioni, che altrimenti potrebbero sfuggire all’analisi umana. Attraverso l’uso di algoritmi di apprendimento automatico, possiamo migliorare continuamente i modelli di rilevamento del riciclaggio, affinandoli con ogni operazione monitorata.

Tuttavia, come accade con ogni strumento potente, anche l’AI presenta delle sfide significative. L’uso eccessivo o la dipendenza acritica da sistemi automatizzati possono portare a una serie di rischi, tra cui la possibilità di bias algoritmici, ovvero distorsioni sistematiche presenti nei risultati forniti dagli algoritmi di intelligenza artificiale, che potrebbero generare falsi positivi o negativi, nonché la minaccia alla privacy e alla sicurezza dei dati.

Inoltre, l’AI è solo tanto buona quanto lo sono i dati su cui viene allenata. Dati di scarsa qualità o parziali possono portare a conclusioni errate, mettendo a rischio la reputazione e l’efficacia degli istituti finanziari. Anche la sofisticazione crescente delle tecniche di riciclaggio richiede una vigilanza continua e un aggiornamento costante dei sistemi AI.

Oggi molti sono preoccupati dall’AI e temono che l’intelligenza artificiale (AI) possa superare le capacità umane; addirittura alcuni temono che l’AI possa eclissare l’intelligenza umana, di contro altri ritengono che l’intelligenza vera necessiti di un corpo fisico. Vero è che l’intelligenza umana è unica e multidimensionale, e definirla può essere complicato.

Se proprio dobbiamo parlare di rischi legati all’AI, questi non derivano dalla tecnologia stessa, ma dall’uso scorretto da parte dell’uomo, che può includere manipolazione, discriminazione e comportamenti criminali. Azioni causate da esseri umani e non dall’AI.

Per garantire un’applicazione etica dell’AI, sono necessarie normative chiare, come il recente AI Act del Parlamento europeo, pionieristico a livello internazionale. L’AI Act è la prima legge globale sull’AI al mondo. Le priorità del Parlamento includono la sicurezza, la trasparenza, la tracciabilità, la non discriminazione e la sostenibilità ambientale degli AI systems, che dovrebbero essere supervisionati da persone per prevenire esiti dannosi.

Che ci piaccia o no è indubbio che l’AI stia diventando un elemento centrale del nostro mondo e dovremo procedere con consapevolezza per conviverci in modo “intelligente”.

La vera distinzione risiederà nel contributo unico che l’essere umano potrà apportare alle informazioni generate dall’AI e sono convinto che in futuro, ci sarà ancora bisogno di giornalisti ed altre figure professionali perché le informazioni generate dall’AI dovranno essere interpretate e contestualizzate.

Quindi, sarà importante che chi utilizza l’AI abbia un approccio critico e continui ad apprendere, tanto le competenze legate alla propria professione, quanto quelle legate al corretto utilizzo dell’AI. Dovremo sempre ricordarci che la tecnologia deve essere al nostro servizio e non il contrario.

In conclusione, vorrei sottolineare che l’intelligenza artificiale non è solo una rivoluzione tecnologica, ma anche un’opportunità unica per rafforzare la nostra lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. È uno strumento che, se utilizzato saggiamente e eticamente, può portare a progressi significativi nella protezione della nostra società e nell’integrità del nostro sistema finanziario. Tuttavia, il successo di questa tecnologia dipende dalla nostra capacità di integrarla con l’expertise umana, mantenendo un equilibrio tra innovazione e responsabilità etica.

In questo contesto, le istituzioni formative come la nostra giocano un ruolo cruciale. È nostro compito assicurare che i professionisti del futuro siano non solo tecnicamente competenti, ma anche eticamente preparati a gestire le sfide che l’AI porterà nel nostro settore. Dobbiamo formare individui che siano non solo esperti di tecnologia, ma anche custodi dei valori fondamentali di giustizia e integrità.

In definitiva, l’intelligenza artificiale rappresenta un potente alleato nella nostra missione di proteggere la società dal riciclaggio di denaro e dal finanziamento del terrorismo. Ma il suo vero potenziale sarà realizzato solo se lavoreremo insieme, combinando la nostra esperienza umana con le capacità avanzate dell’AI. Questo è il cammino che ci attende, un percorso che richiede impegno, responsabilità e una visione chiara del futuro che vogliamo costruire.

Grazie per la vostra attenzione

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